Lithà
21 giugno
solstizio d’estate
E’ la festa in cui la luce arriva al suo massimo splendore nel giorno più lungo dell’anno, è il trionfo del sole, ma che poi inizia a riprendere ineluttabilmente il suo cammino verso il buio.
Festa in cui l’antica società agraria, che con il culto del sole aveva un forte legame simbolico, in cui trova la sua massima espressione in questo giorno, celebra con il lancio di grandi ruote di legno, inghirlandate con foglie e fiori, accese e fatte scendere nei prati.
Corrisponde alla festa cristiana di San Giovanni
Lithà è la massima espressione della Luce sulla terra, una carica di energie che provengono da secoli di tradizione, un passaggio che porta dal predominio Lunare a quello Solare.
Nell’antica Grecia i due solstizi erano chiamati “porte”: la “Porta degli Uomini” mondo materiale della creazione il Solstizio d’Estate e la “Porta degli Dei” regno divino e soprannaturale il Solstizio d’Inverno.
Attraversando queste porte il Sole dava inizio alle due metà, ascendente e discendente, del percorso annuale.
Lithà è il momento della prosperità e del raccolto di ciò che è stato seminato nella parte buia dell’anno, è la festa dell’abbondanza e della forza per concludere e portare a compimento quello che si vuole realizzare.
Si danza per gioire nel pieno flusso dell’abbondanza, nell’apogeo di luce e calore perché la danza, un rito sacro, è uno dei più antichi modi di celebrare e di fare rituali nel mondo, chi danza si connette con gli spiriti per ottenere chiaroveggenza e conoscenza, comunicare e ricevere informazioni, onorare gli antichi, curare e guidare il viaggio mistico della sua anima nella danza della vita.
Questa atmosfera di tempo fuori dal tempo, di sospensione e attesa, rende il Solstizio d’estate un momento propizio per i presagi e le pratiche divinatorie.